Foto ritratto eseguito da un fotografo professionista
Tutto comincia dal foto ritratto.
Ricordo quanto da giovanissimo mi esaltasse pensare che anch’io avrei potuto partecipare alla storia dell’arte fotografica catturando per sempre l’espressività di un volto. Quell’immagine poteva rimanere nel cassetto dei ricordi della persona fotografata o magari essere riconosciuta nel suo valore artistico e così finire nelle mani di un collezionista o persino in una mostra fotografica!
Ogni fotografo professionista è in questo passaggio dell’arte fotografica che si misura con
– l’uso più appropriato delle attrezzature
– il proprio talento nel confrontarsi con le diverse psicologie delle persone.
L’uso delle attrezzature fotografiche nel foto ritratto
Ma quante macchine fotografiche, obiettivi, sistemi di illuminazione sono passati tra le mani di chi sin dall’inizio seguì il consiglio di considerare il foto ritratto come fondamentale per apprendere questo mestiere. Se entro nella mia soffitta trovo di tutto, compreso il materiale che usava mio padre. Lì rivedo la storia della tecnologia fotografica, il passato.
Nel mio studio fotografico, invece, vedo il futuro. Gli obiettivi sempre più precisi nelle misure per meglio interpretare il ritratto, l’uso delle luci: la principale, la complementare, quella di sfondo, d’effetto e le loro molteplici combinazioni che ogni foto ritratto richiede: basta saper ascoltare ciò che il volto da ritrarre ci sta dicendo di sé.
interpretare la psicologia delle persone nel foto ritratto attraverso il proprio talento
La capacità di interpretare, assecondare, valorizzare nel foto ritratto le note psicologiche di una persona sono per un fotografo professionista, che alla fin fine sa considerare le proprie benché costose attrezzature come un semplice strumento per raggiungere il risultato finale, la prova del nove del proprio talento. La mia soddisfazione più grande è quando un cliente/una cliente mi dice che ha scelto me per il suo foto ritratto perché una sua amica/amico guardando quelle foto si sente meglio. In quei momenti penso che quel talento che un giorno credetti di avere e che mi spinse a fare della fotografia il mio lavoro non sia stata una suggestione o un atto di presunzione. Forse c’è davvero. Lo ringrazio e lo coltivo ogni giorno perché è la mia vita.